Oggetto di numerose sentenze e interpretazioni giurisprudenziali, la prescrizione delle cartelle esattoriali è un argomento di grande importanza, che va affrontato tenendo conto delle recenti modifiche normative in materia di diritto tributario. Prima di scoprire di cosa si tratta esattamente va detto che nel corso del 2019 la Corte di Cassazione si è più volte espressa in materia, sottolineando come la prescrizione non operi in modo univoco per tutte le tipologie di imposti e debiti esattoriali, ma con termini e regole differenti. Una cosa è certa: se tutti guardassimo le cartelle esattoriali la stragrande maggioranza dei debiti nei confronti dell’Agenzia delle entrate non esisterebbero più per effetto dell’istituto della prescrizione. Vediamo esattamente cos’è e come si verifica
Prescrizione delle cartelle esattoriali: cosa significa e quando si verifica?
La prescrizione delle cartelle esattoriali non è altro che la scadenza della loro efficacia, che estingue letteralmente il debito del soggetto nei confronti dell’Agenzia delle Entrate o di altro ente creditore. Questo significa che una volta intervenuta, ovvero verificatesi le condizioni previste dalla legge, il pagamento nei confronti dei soggetti giuridici suddetti non è più dovuto. Bisogna comunque precisare che la prescrizione di una cartella esattoriale non è così automatica come potrebbe sembrare, conoscere a fondo i dettagli di questo argomento potrebbe essere utile ad evitare inutili adempimenti. Per prima cosa è necessario affrontare la questione relativa alla prescrizione: cos’è esattamente? Si tratta di un istituto giuridico avente fini estintivi di situazioni giuridiche. La legge prevede che al decorrere di un certo periodo previsto dalla normativa, e a certe determinate condizioni, si verifica appunto la prescrizione di una certa situazione giuridica nei confronti di un individuo, che in questo caso è un debito nei confronti di un ente di diritto pubblico (Agenzia dell’entrata o altro ente). Questa non è altro che l’estinzione della situazione d’obbligo a capo del debitore: una volta verificatasi la prescrizione quest’ultimo non è più tenuto a pagare, in modo conforme a quanto disposto dalla legge. Quando si parla di prescrizione della cartella esattoriale ci si fa in pratica riferimento al termine passato il quale la cartella è ormai legalmente “scaduta”, e il debitore non può subire alcun pignoramento a causa del mancato pagamento. L’istituto della prescrizione è dunque legato al decorso di un certo periodo di tempo, per verificarsi non occorre che il contribuente ponga in essere alcun comportamento. La materia è da sempre oggetto di molti dibattiti giurisprudenziali, soprattutto in ordine al “termine” della prescrizione. L’interprete si a lungo domandato se quest’ultimo sia quinquennale o decennale, e anche la Cassazione nel tempo ha espresso diversi dubbi in materia. In linea generale si può affermare che la prescrizione si verifica in automatico una volta trascorsi cinque o dieci anni: passati questi termini il contribuente non dovrà porre in essere alcun adempimento formale o fiscale per ottenere “l’estinzione del debito”, questa si considererà infatti avvenuta in automatico. Tuttavia va che sottolineato che sull’argomento non è possibile generalizzare: la tesi prevalente è che il tempo di prescrizione, di cinque o dieci anni, sia strettamente correlato alla tipologia di debito tributario. Ciò significa che il termine di prescrizione non è univoco e uguale per tutti i casi, ma è necessario individuarlo volta per volta, in base al singolo credito tributario.
Quali sono gli effetti della prescrizione delle cartelle esattoriali?
La prescrizione delle cartelle esattoriali è di fatto sinonimo di scadenza di efficacia, nel senso che una volta avvenuta la cartella perde totalmente la qualità di titolo esecutivo e non può essere portata all’incasso. Ciò nonostante potrebbe succedere che venga notificata dall’ente di riferimento, ecco perché ti consigliamo di fare attenzione alla natura del debito e alla data in cui questo è sorto. Dopo l’avvenuta prescrizione della situazione debitoria tutti gli atti successivi sono nulli e improduttivi di effetti, la cartella esattoriale perde completamente la sua natura di titolo esecutivo. Su questo punto è importante però fare attenzione: se il contribuente dovesse versare il pagamento all’Esattore non potrebbe comunque richiedere la restituzione dell’importo di fatto non dovuto. Per questo motivo è sempre consigliabile fare attenzione nel momento in cui si riceve una notifica: a causa della difficoltà di cancellare queste comunicazioni dai terminali dell’Agente di riscossione, capita infatti frequentemente che vengano comunque inviate e dunque comunicate ai contribuenti. Tenere a mente questo fattore può evitare di effettuare un pagamento non dovuto, non avendo poi il contribuente alcun diritto alla restituzione degli importi versati per errore (tranne che, come vedremo, sussiste un vizio nella notificazione).
Notifica e decorrenza dei termini
Qual è esattamente il termine da cui inizia a decorrere la prescrizione delle cartelle esattoriali? A partire dai 60 giorni dall’avvenuta notifica del pagamento da versare (che poi di fatto è il termine concesso dalla normativa per versare il pagamento dovuto). Ciò significa che la notifica è un elemento fondamentale delle cartelle esattoriali, gli eventuali vizi provocano conseguenze anche sul pagamento delle imposte: il ricorrente che riesca a dimostrarne l’invalidità può chiederne l’annullamento (può succedere che, come si è visto, la notifica venga effettuata nonostante il credito si sia già prescritto). Se la cartella esattoriale è stata notificata in modo regolare invece, la stessa non può più essere impugnata, anche nel caso in cui la prescrizione avvenga in seguito alla notifica. In questi casi la legge consente di agire in giudizio soltanto per contestare il diritto del creditore di ottenere l’esecuzione forzata nonostante l’avvenuta prescrizione del credito.
Come far annullare una cartella prescritta?
Si è visto che la rottamazione delle cartelle esattoriali si verifica autonomamente, senza che il contribuente metta in atto alcun comportamento: l’Agenzia delle entrate non dovrebbe inviare alcuna notifica della cartella, ma come sopra accennato è possibile che si verifichino degli errori. Come può dunque il contribuente tutelarsi contro possibili notificazioni errate di cartelle esattoriali già estinte? Potrebbe procedere con la cancellazione della cartella, presentando un ricorso in autotutela tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, sia all’ente titolare del credito che all’Agente della Riscossione. Il contribuente non può tuttavia presentare ricorso contro una cartella prescritta se già scaduti i termini di impugnazione: in questo caso perderebbe la causa processuale e potrebbe essere costretto a pagare i costi processuali.