Piscina e pagamento delle tasse: che cosa bisogna sapere 

Probabilmente anche voi, come molte altre persone, avete accarezzato a lungo l’idea di poter edificare nel vostro giardino una bellissima piscina interrata per voi e per la vostra famiglia. Sicuramente l’idea di avere una piscina tutta per sè, che ci accolga in ogni momento in giardino, è allettante, ma sappiamo davvero quanto può costarci in termini economici? E in termini di tasse? Il discorso delle tasse è considerato uno dei più preoccupanti per chi vuole costruire una piscina interrata. Oltre ai costi da sostenere per la richiesta dei permessi, ai tempi, alla burocrazia, ai costi dello scavo e dei materiali bisogna anche preoccuparsi di dover pagare delle tasse sul nuovo bene che viene costruito e che è considerato un bene immobile in tutto e per tutto.

Ma davvero avere una piscina interrata comporta di per sè il pagamento di alcune tasse? E se sì, quali sono? C’è da dire che sull’argomento c’è abbastanza confusione e molte persone sono convinte che il solo fatto di far edificare nel giardino una piscina interrata comporti un aumento enorme della tassazione sulla casa, o che la casa diventi improvvisamente di lusso. Ma non è così: ci sono alcuni elementi da specificare che ci permetteranno di capire se, e quando e a quali condizioni, l’edificazione di una piscina interrata comporta il pagamento di maggiori tasse e quando invece questo non avviene.

Avere una piscina comporta il pagamento delle tasse?

La prima domanda alla quale rispondere è se avere una piscina interrata comporti il pagamento di maggiori tasse. La risposta è no: il semplice fatto di avere una piscina interrata non comporta di dover pagare delle tasse, perché bisogna solamente pagare i costi amministrativi delle autorizzazioni burocratiche, ad esempio quelli del permesso a costruire oppure della SCIA quando la si utilizza.

Tuttavia, in alcuni casi la costruzione di una piscina interrata può comportare l’aumento della categoria catastale dell’abitazione, facendola passare da casa normale a casa di lusso. In questa ipotesi effettivamente si incontra la possibilità di poter pagare più tasse. Ci spieghiamo meglio: la maggioranza delle abitazioni rientra all’interno della categoria catastale dalla A2 alla A7, cioè prima casa, senza pagamento delle tasse aggiuntive e con le agevolazioni. Se però la casa passa nella categoria A1 in conseguenza all’edificazione della piscina interrata, non si potrà godere delle agevolazioni e si pagheranno più tasse. Non è quindi la piscina interrata in sè ad essere tassata ma essa può aumentare il suo valore e può effettivamente portare su un altro livello il valore dell’abitazione e di conseguenza aumentare le tasse.

Quando aumenta il valore della casa

Ma in quali casi una piscina interrata permette l’aumento del valore dell’abitazione, portandola ad una classe catastale superiore e di conseguenza incrementando il pagamento delle tasse? Si tratta di un fenomeno che non avviene molto spesso. La piscina interrata innanzitutto dovrebbe essere di grandezza di almeno 80 metri quadri con riferimento all’abitazione unifamiliare, e che abbiano anche altre tre condizioni: cioè una superficie abitabile complessiva di metri quadrati 160 o superiore, escluse soffitte, cantine, terrazze, balconi, posti macchine; quando le terrazze e i balconi da soli superano i 65 metri quadri di estensione; quando vi siano particolari condizioni di pregio, ad esempio porte intasiate, decorazioni pregiate e via dicendo e pavimenti in materiale pregiato o lavorati in modo pregiato o pareti in materiale pregiato, e lo stesso dicasi per i soffitti. Insomma, sono davvero numerose le condizioni che devono coesistere perché una casa sia considerata un’abitazione di lusso e fra queste solo una riguarda la piscina interrata, che dovrebbe avere delle dimensioni superiori ad 80 metri quadrati, quando anche una piscina interrata di dimensioni inferiori è comunque sufficientemente grande per tutta la famiglia.