Quando ricorrere ad uno psicologo

Spesso ci sentiamo intrappolati in dinamiche che rendono difficili i rapporti, le relazioni e la vita in generale. Potrebbero essere tanti i motivi. Abbiamo la consapevolezza che sono difficoltà di carattere psicologico che rendono la quotidianità pesante, complicata da gestire. Un malessere che coinvolge sia la sfera sentimentale che, quella professionale. Rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta potrebbe essere una soluzione valida al fine di mettere un punto a questa sofferenza che imbriglia la propria vita, facendola diventare insopportabile. Per poter fare ciò bisogna superare una serie di ostacoli, pregiudizi, stereotipi.

Pochi comprendono che lo psicologo, così come sostengono molti psicotereapeuti come il dr. Emilio Gerboni di Pescara sul sito web www.psicoterapeutapescara.net, è colui che fornisce una serie di strumenti deputati al raggiungimento di obbiettivi che ci permetteranno una vita di relazione più sana. È consueto sentirci dire che dallo psicologo vanno i matti, gli incapaci. La figura professionale di questo specialista, negli ultimi anni, ha acquisito una visione più ampia e articolata. Non a caso le aziende più virtuose, mettono a disposizione dei propri dipendenti lo sportello dell’ascolto dove gli specialisti potranno supportare i pazienti/dipendenti affinché il rendimento lavorativo possa migliorare a beneficio della comunità tutta.

Come capire se si ha bisogno dello psicologo?

La sofferenza e il disagio non sono patologie ma, rappresentano, nella sfera emotiva, un gap (blocco emotivo) che compromette il benessere generale. Questo malessere in alcuni casi diventa non superabile anche se si chiede aiuto alle persone prossime. Tutti si sentono portatori di verità assolute, dispensatori di consigli che frequentement castrano il soggetto spingendolo sempre più verso un tunnel che gli sembrerà invalicabile.

Come possiamo capire se abbiamo realmente bisogno di uno psicologo o psicoterapeuta?

Potremmo soffrire di:

  • Depressione.
  • Difficoltà di relazionali.
  • Attacchi di panico.
  • Stati ansiosi.
  • Fobie.
  • Difficoltà scolastiche.
  • Comportamenti aggressivi e/o autolesionisti.
  • Sensazione di blocco.
  • Mobbing.
  • Anorgasmia
  • Difficoltà di coppia.
  • Dipendenze.

Come scegliere lo specialista giusto?

La scelta dello psicologo deve essere attenta e accurata. Ci sono una serie di aspetti da non sottovalutare e quindi da considerare. Si può esaminare e consultare albi di psicologi online e accertarsi che lo psicologo, consigliato dall’amica o di cui abbiamo sentito parlare, è effettivamente iscritto all’albo. Potremmo leggere le recensioni che il portale ci offre per approfondire la conoscenza e lo spessore professionale. Lo specialista che si sceglierà, nella presentazione del suo operato, oltre alle specializzazioni e ai master, dovrà anche rappresentare la formazione personale, cioè quell’iter terapeutico che gli consentirà di poter entrare in empatia con il cliente, senza sfuggire a domande preliminari che permetteranno all’interlocutore, di pesare il valore intrinseco del suo lavoro.
Quando si sceglie di fare un percorso terapeutico è necessario pianificare il tempo che si ha a disposizione, tenendo conto degli impegni lavorativi, della famiglia e della vita di relazione. Pertanto, scegliere un terapista della propria città può essere auspicabile ma, ciò non a discapito della competenza e dell’empatia che si creerà con il terapista.  È preferibile impiegare qualche minuto in più per raggiungere lo studio dello specialista che, accontentarsi di un terapeuta a pochi passi da casa ma, non essere soddisfatto. Il primo incontro è certamente quello chiarificatore rispetto alla scelta: tra il cliente e lo psicologo è opportuno che si crei quell’alchimia che consentirà al cliente di sentirsi sostenuto nel disagio interiore fino all’acquisizione di una serie di consapevolezze e strumenti per l’attenuazione o la scomparsa degli ostacoli.

Il tempo della terapia

Non c’è un tempo precostituito per poter raggiungere degli obiettivi. Il fruitore e il terapeuta decideranno, di comune accordo, l’intervallo necessario tra una seduta e l’altra.  Il setting con il tempo, diverrà uno spazio poliedrico in cui confidarsi e confrontarsi per risanare e consolidare le proprie risorse, per liberarsi dai blocchi e dagli ostacoli psichici.