Anorgasmia: cosa è e come affrontare la patologia

anorgasmia

L’anorgasmia è una disfunzione che colpisce prevalentemente le donne, una condizione che risulta spesso inibitoria e che si autoalimenta, aggravandosi col tempo.
L’obiettivo di questo articolo è spiegare in termini semplici questo fenomeno e, magari, fornire qualche chiarimento in più e qualche consiglio per affrontare questo problema con maggiore consapevolezza e serenità.

Affrontare l’anorgasmia

Riconoscere il problema è uno dei passi primari per la soluzione del disturbo da anorgasmia. Spesso, quando non si è in presenza di anorgasmia assoluta, è difficile riconoscere la difficoltà e quindi decidere di rivolgersi ad un medico.
Una primaria visita andrologica/ ginecologica, è certamente utile ad individuare od escludere qualsiasi origine organica. Successivamente, una volta scartata la presenza di patologie fisiche, sarà utile rivolgersi ad un sessuologo, che mediante una adeguata terapia psicologica sarà in grado di cercare la strada giusta per aiutare il/la paziente a ritrovare il piacere sessuale.

Come sostiene il dr. Francesco Battista, psicosessuologo di Roma, sul suo sito www.francesco-battista-sessuologo.it, la terapia psicologica ha l’obiettivo prioritario di individuare la causa che ha segnato l’inizio del disagio. Un abuso sessuale, uno stupro o un qualsiasi altro trauma di tipo sessuale, soprattutto se subito in tenera età, sono spesso alla base della anorgasmia primaria. Ciò perché nel soggetto si manifesta con estrema frequenza un totale rifiuto del sesso o, più specificatamente, una visione esclusivamente negativa dell’approccio sessuale.

In modo analogo anche un’educazione troppo restrittiva, in cui il sesso è descritto quale peccaminoso, precetto che è ravvisabile in alcune educazioni fortemente religiose, può segnare una frattura profonda che allontana psicologicamente il soggetto dal piacere sessuale, causando un senso di colpa inconscio che impedisce il raggiungimento dell’orgasmo.
Ancora stati depressivi, insicurezza profonda (soprattutto relativi al proprio aspetto fisico) eccessivo autocontrollo, ansia da prestazione, sono spesso la causa scatenante di un disagio che può essere estremamente demoralizzante.
Una volta individuata la causa scatenante e le situazioni che creano maggior disagio al paziente, lo psicologo avrà il compito di individuare i giusti percorsi di riavvicinamento al piacere sessuale.
Uno degli approcci clinici che ha mostrato maggiore efficacia è la Terapia Mansionale Integrata: una terapia breve ma strategica ( da quattro a dodici mesi al massimo), volta ad accompagnare il paziente verso una maggiore consapevolezza di sé, in senso assoluto e nel rapporto con l’altro, ed a correggere comportamenti radicati nella sfera sessuale.

Che cos’è l’anorgasmia?

Molto semplicemente, l’anorgasmia si manifesta con l’incapacità di raggiungere l’orgasmo durante un rapporto sessuale, nonostante la prolungata e/o intensa stimolazione dell’area genitale.
Questa difficoltà può interessare sia gli uomini che le donne anche se, queste ultime, sembrano essere colpite da anorgasmia in percentuale nettamente maggiore.

Tipi di anorgasmia

Sono diverse le tipologie di anorgasmia.

  • Anorgasmia primaria (primitiva o assoluta): si parla di anorgasmia primaria quando il soggetto in questione non è mai riuscito a raggiungere l’apice del piacere, quindi non ha mai provato l’orgasmo.
  • Anorgasmia secondaria: parliamo invece di anorgasmia secondaria quando il fenomeno è sopraggiunto dopo un periodo indeterminato di attività sessuale “normale”
  • Anorgasmia Coitale: viene definita così l’incapacità a raggiungere l’orgasmo esclusivamente durante un rapporto sessuale penetrativo
  • Anorgasmia Masturbatoria: se il disturbo si presenta solo con l’autoerotismo
  • Anorgasmia casuale (situazionale): l’incapacità a raggiungere il piacere si manifesta solo in determinate condizioni e situazioni.

Cause dell’anorgasmia

Nonostante sia oggetto di diversi studi, l’anorgasmia è un disturbo per il quale sono difficilmente elencabili delle cause certe. L’uso di farmaci e droghe (antidepressivi, sostanze psicotrope), vaginismo, dispareunia, traumi fisici alle aree genitali, infibulazione ecc possono essere spesso alla base del disturbo. Ma quelle che restano le cause più frequenti sono attribuibili alla sfera psicologica: abusi sessuali in primis, ma anche un’educazione troppo restrittiva, imposizioni e convinzioni religiose, stati depressivi (con conseguente assunzione di farmaci), ansia da prestazione, eccessiva insicurezza e/o eccessivo autocontrollo, rappresentano situazioni in cui il disturbo è ravvisabile con percentuale più alta.

La Terapia Mansionale Integrata

Le fasi della Terapia Mansionale Integrata sono integrate con la terapia cognitivo comportamentale, al fine di migliorare il rapporto con la sessualità del paziente in modo più efficace e profondo.
Un percorso graduale che passa attraverso 4 stadi:

  • La conoscenza di sé, del proprio bagaglio culturale ed educativo;
  • La conoscenza di sé con l’altro, delle proprie inibizioni ed insicurezze, in relazione ai desideri del partner;
  • la sperimentazione del piacere, nel suo aspetto individuale;
  • La sperimentazione del piacere di coppia, volto a scoprire il modo per procurare e ricevere piacere con maggiore consapevolezza.

Un percorso che accompagna il paziente verso la soluzione di un problema ostico, ma risolvibile, che esula chi ne è affetto dal diritto di vivere una sessualità piacevole ed appagante.