Il mondo dietro la mascherina e l’obbligo di proteggersi

La fine dell’anno 2019 e l’inizio del 2020 sono stati segnati da un evento che ha scosso, in momenti, diversi tutto il pianeta: la comparsa del nuovo coronavirus, anche detto Covid-19.

L’uso dei dispositivi di protezione personale (DPI) e le norme igienico sanitarie da adottare si sono a poco a poco affermate come fondamentali, per contrastare la diffusione e prevenire il contagio: la gente ha iniziato così a familiarizzare con le mascherine protettive e a capire cosa fossero i DPI.

In questo frangente il web si è dimostrato un ottimo supporto per informarsi, munirsi della propria “protezione” e tutt’ora rivolgersi alla rete resta una delle risorse fondamentali. Si può visitare diversi shop online e scegliere in base all’offerta.

Comprare mascherine o acquistare gel igienizzante su Maskhaze è solo uno degli esempi possibili per rifornirsi dei dispositivi di protezione individuale di cui si necessita.

All’inizio, naturalmente, quasi nessuno poteva rendersi conto di quanto sarebbe accaduto e la maggior parte della popolazione mondiale ha continuato a vivere, lasciando scorrere la routine quotidiana come al solito; tra quello che si deve e quello che si vorrebbe, tra una notizia e l’altra del telegiornale.

Quando la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato una serie di casi di polmonite la cui causa era ignota, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato ad allertare gli specialisti e tra il 31 dicembre e il 30 Gennaio si sono intensificate le notizie riguardanti il Coronavirus.

Breve excursus spazio-temporale di una pandemia

Il tempo ha iniziato a scorrere diversamente, mai come in questo periodo storico si è innescata la possibilità di riflettere sulla propria vita e di riconoscere attraverso l’esperienza del quotidiano quanto possa essere reale il concetto di relatività del tempo.

Tutto, o quasi, si è bloccato: come in un video montato in stop motion, si è potuto osservare la quotidianità al rallentatore; analizzare tante cose guardandole sotto una speciale lente d’ingrandimento e lasciar andare quelle meno importanti, dimenticare il futile.

Tutto ha avuto inizio nella città di Wuhan, provincia di Hubei, la prima in cui “tutto ha iniziato a fermarsi”.

Il CDC (Centre for Disease Control and Prevention ) cinese ha dato un’identità al nuovo coronavirus il 9 gennaio 2020, definendolo l’agente causale del Covid-19: la Cina ha quindi gettato le basi per realizzare il test diagnostico grazie all’identikit della sequenza genomica.

L’epidemia in Cina e l’emergenza internazionale di salute pubblica sono state dichiarate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 30 gennaio. Dopo un mese, il 28 Febbraio, l’OMS ha riconsiderato i dati ed elevato la minaccia di epidemia ad un livello superiore; in Marzo, il giorno 11, l’epidemia non era più considerata confinata in alcune zone geografiche ma è stata dichiarata “pandemia”.

Le città fantasma, gli ospedali pieni, la paura per i mondi più poveri, le guerre hanno cercato tregua: la visione surreale si è fatta strada come nei colossal americani, uno dei pochi lati evidentemente positivi ha riguardato la natura.

Madre terra ha ricominciato a respirare e gli animali hanno conquistato spazi impensabili.

L’uomo, invece, ha ristretto il campo d’azione, ridotto gli spostamenti e ha iniziato a respirare dietro una maschera.

Obbligo e verità

Il tema riguardante l’efficacia delle mascherine protettive, come mezzo di contenimento contro la diffusione del virus, ha acceso un dibattito essenziale che, in parte, continua ad accompagnare i discorsi della popolazione generale e dei professionisti.

Gli specialisti del mondo sanitario, sanno bene che la finalità di indossare una mascherina è di proteggere chi la indossa, ma anche le mascherine in tessuto (le più semplici) fungono da protezione nei confronti degli altri se ad indossarle è un soggetto infettato. Da qui probabilmente deriva l’obbligo “per precauzione” e prevenzione, nonostante il dibattito.

Vige l’obbligo di utilizzare ed indossare la mascherina anche sul luogo di lavoro se non è possibile rispettare la distanza di sicurezza. Per cercare di ridurre la diffusione dei contagi sempre più aziende stanno utilizzando lo “smartworking” permettendo ai dipendenti di lavorare da casa riducendo il rischio di contagio.

In sintesi, seppure la verità nelle situazioni complesse, come quella odierna, sia difficilmente raggiungibile, alcune norme tendono ad imporsi per la salvaguardia dell’individuo.

Le mascherine che garantiscono l’adeguata protezione di operatori sanitari e lavoratori a rischio sono dispositivi (FFP2, FFP3..) differenti da quelle in tessuto come quelle chirurgiche, ma queste non sono considerate inefficaci.

La mascherina è anti droplets

Se è vero che osservare il mondo indossando i dispositivi di protezione individuale non permette di riconoscere le cose per quello che erano fino a poco tempo fa, è innegabile che tenerla sul viso ha reso possibile il ritorno alla vita sociale di cui tutti ormai sentivano fortemente la mancanza.

A confermare l’utilità della maschera e a “giustificare” la scelta dell’obbligo arriva uno studio sulla fisica delle goccioline, motore propulsivo nel viaggio del virus. Il lavoro sulle droplets è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Physics of fluids” e condotto dall’ Indian Institute of Science (Università di Toronto).

Gli autori, esperti di aerodinamica e fisica delle goccioline raccontano, attraverso il loro studio, che indossare la mascherina è fondamentale nonostante il distanziamento sociale. In breve, hanno dato vita ad un modello matematico che potrebbe supportare ulteriori studi, utili per comprendere e prevedere la diffusione del Covid-19.

A seconda delle condizioni meteo, le droplets viaggiano ad una certa velocità e a seconda della velocità con cui si spostano, potrebbero fare dei percorsi piuttosto che altri.

Gli studiosi potrebbero arrivare a predire quali distanze possono percorrere le droplets, definire il tipo di resistenza rispetto a determinate condizioni ambientali e scoprire tante altre informazioni interessanti per la lotta al virus; non solo per questo nello specifico, anche per altri sempre inerenti alle malattie respiratorie.

Quando esisterà una buona conoscenza del virus, allora tutti potranno smascherarsi.