Guida a Serle (Brescia) tra piatti tipici e ristorazione tradizionale

La collina di Serle è immersa in un morbido crinale che si affaccia spettacolarmente sulla valle del Chiese e le colline del basso Garda. Il territorio di quest’oasi di quiete è ricco di boschi e dei suoi frutti, di tortuosi sentieri di montagna e di piccoli e sovrapposti terrazzi che la mano dell’uomo ha ricavato e coltivato sulle rocce scoscese. I sentieri collegano le contrade di Serle in un paesaggio caratterizzato da tipiche case contadine e piccole aziende agricole, luoghi dove è facile godere il gusto di una natura idilliaca e respirare aria pura.

Ogni ristorante a Serle è incontro tra gastronomia e cultura

Si tratta di luoghi carichi di una storia gloriosa e antichissime leggende, spesso legate alla tradizione nella preparazione dei cibi tipici del luogo ed alla presenza dei monaci benedettini dell’ antico monastero sulla cima del Monte San Bartolomé: il ristorante a Serle non è solo un posto in cui mangiare ma una preziosa occasione culturale, un viaggio in una tradizione culinaria unica e custode di un patrimonio arcaico.

Cosa mangiare nei tanti ristoranti a Serle

Il piatto forte di Serle è il suo spiedo, il primo a ricevere la Denominazione Comunale (De.Co). A testimonianza del suo legame con il territorio e nel rispetto della tradizione, il disciplinare prescrive quali carni debbano costituire lo spiedo (nel rispetto delle tempistiche venatorie) e quali altri ingredienti ( ce n’è anche uno segreto), tempi e procedimento di cottura. Il burro con cui viene bagnato lo spiedo durante la cottura viene rigorosamente dalle aziende della conca serlese, che producono anche formaggi vaccini e di capra, tipici di questa zona prealpina costellata di rustici e casali. A questo proposito, uno dei luoghi più rinomati (classifiche di recensioni alla mano) è l’agriturismo L’Aquila Solitaria che è sicuramente un ottimo esempio di ristorante a Serle con cucina tradizionale. Un ristorante di Serle non fa mai mancare nel proprio menù piatti a base di funghi, come il pasticcio di patate e porcini, e lo stoccafisso mantecato con maroni. Questi ultimi costituiscono la materia prima del Marroncello che insieme al Marenello, liquore di amarene, costituisce un’altra eccellenza delle Selve di Serle. Dal frumento autoctono i cui semi sono stati recuperati durante un carotaggio deriva la farina con cui ogni ristorante a Serle prepara polenta e osei. Immancabili occasioni per assaporare gli aromi agresti sono i casoncelli di ricotta e spinaci mentre nella pasta fresca con il salmì di cacciagione e i dessert ai frutti di bosco ci sono tutti i profumi boschivi.

La tradizione della ristorazione a Serle gode delle bontà della Valle Sabbia

Serle beneficia degli effetti dell’azione sinergica tra Amministrazione comunale, Proloco e ristoratori locali che negli ultimo decenni hanno saputo valorizzare e tutelare i prodotti agricoli e alimentari e le preparazioni artigianali del territorio, recuperando e rafforzando il legame con le tradizioni locali.

Si sa che gli italiani amano la cucina e le prelibatezze locali, che anche a noi piace valorizzare nella sezione cucina del nostro sito; per questo motivo, a proposito di Serle, non possiamo non parlarvi dei sapori unici dei prodotti coltivati a ridosso dei terreni carsici dell’altopiano di Cariadeghe, l’olio e la frutta del lago di Garda, i vini di Franciacorta, o gli autoctoni Botticino e Groppello, sono materie che fanno del ristorante a Serle l’anfiteatro ideale del buongustaio.

La propensione all’accoglienza, la minuziosità nella preparazione delle pietanze e l’esperienza professionale costituiscono lo spettacolo ineguagliabile che un ristorante di Serle sa offrire ai suoi ospiti.

La cultura popolare serlese e le tradizioni storiche in cui essa si è avvicendata sopravvivono nella cura con cui vengono preparati i piatti e con cui vengono prodotte le materie prime nei campi. Storia, antichi mestieri, territorio e misteri di epoca medioevale e romanica si intrecciano sulle tavole del ristorante a Serle.

Visitare il comune bresciano è un’occasione inconsueta non solo per assaporare i profumi tipici delle malghe e le sapienti preparazioni serlesi, ma anche per fare un tuffo nella natura incontaminata, esplorare l’altopiano di Cariadeghe e le sue incantevoli frazioni, tra le quali spicca Villa, la più alta e la più vicina al Monastero benedettino, oggi restaurato e visitabile. Non c’è niente di meglio che percorrere il sentiero che unisce le contrade e le attraversa, trovare le scorciatoie che s’inoltrano nel bosco e raccogliere ribes, funghi e more selvatiche: lungo l’itinerario non mancheranno le possibilità di sedersi a gustare una fetta di castagnaccio arricchita con pinoli e uvetta.