Sono già 65 le donne uccise nel 2021 in Italia secondo l’Istat, molte di esse sono state vittime di persone che fanno parte della sfera affettiva. Ex fidanzati o partner che compiono violenze sulle donne sono i principali esecutori. Purtroppo questo periodo di restrizioni ha contribuito a fare salire questo numero di vittime.
In tutta Europa si sono verificati aumenti di casi nei periodi di lockdown con un uso maggiore dei social network. Anche in Italia i dati dicono che i maltrattamenti, sia alle donne sia ai figli, sono aumentati proprio perché le famiglie hanno passato molto più tempo insieme facendo sì che i casi di violenze aumentassero.
Nel corso degli anni sono nate moltissime associazioni di aiuto, e tra queste un numero telefonico di emergenza il 1522. Chiaramente questo numero non basta, quindi, denunciare e rivolgersi ad uno studio legale a Latina o qualsiasi altra città italiana, ad esempio, è la cosa migliore da fare appena si subisce la prima aggressione.
In questo modo la persona che ha commesso il fatto, sarà segnalata e di conseguenza controllata dalle forze dell’ordine. Vediamo in questo articolo alcuni dati che fanno capire meglio come e dove avviene questo terribile reato.
Dati terribili che fanno riflettere
Sempre da un’indagine fatta dall’Istat, si evidenziano alcuni dati terribili riguardanti questo argomento. Su un campione di 6 milioni e 788 mila donne, tra i 16 e 70 anni, ben il 31% ha rivelato di aver subito una forma di violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
Cifra allarmante che fa capire come questo fenomeno sia sempre in aumento. Il dato che fa riflettere ulteriormente è che il 13,6% delle donne hanno ricevuto violenza da ex mariti, ex fidanzati o partner attuali. Infatti, sono ben 46 le donne uccise in questo 2021 in Italia per mano del partner.
Vedendo questa cifra si capisce come il pericolo spesso sia tra le mura di casa, le stesse mura che dovrebbero difendere e non attaccare. Il grosso problema di subire una violenza da una persona del nucleo familiare, è quello di attendere troppo a denunciare l’accaduto, pensando sia stata solo un’eccezione.
Il 12,3% delle donne ha subito differenti forme di minacce e violenze come spintoni, schiaffi, calci oppure colpite dal lancio di oggetti. Questo tipo di “violenza leggera”, non deve trarre in inganno facendo pensare a dei semplici litigi. Molto spesso è il campanello d’allarme che deve far capire che la situazione potrebbe peggiorare.
La violenza sessuale e quella psicologica
La forma più grave è sicuramenta la violenza sessuale, denunciata dal 31% delle donne nel corso della loro vita. Questo reato inizia spesso con atteggiamenti di molestie fisiche subiti da donne che vengono toccate o baciate contro la propria volontà in ambienti lavorativi o per strada, che poi sfociano in tentati o veri e propri stupri.
Violazioni di gruppo che poi vengono filmate e diffuse, sono in aumento soprattutto tra i giovanissimi.
Altra problematica di questa subdola azione, sta nel fatto che spessissimo le vittime non denunciano gli aggressori per differenti motivi. La paura di incorrere in un’ulteriore violenza e la vergogna per quello che si ha subito, sono le cause principali che fermano le denunce.
Qui entra in gioco il fattore psicologico che oltre a frenare la vittima, viene usato anche dal carnefice contro di essa. Intimidazioni e svalorizzazioni vengono adottate per assicurarsi che non ci sia una denuncia, quindi la vittima entra in una sorta di stato emotivo molto fragile. Per questo dopo la denuncia alle autorità competenti, per riprendersi sarebbe necessario anche rivolgersi a uno psicologo.
Ci sono anche le violenze psicologiche economiche, cioè limitazioni alle proprie disponibilità finanziarie, controlli o pedinamenti e comportamenti pressanti che mettono la vittima sempre più in difficoltà.
Molte donne che hanno subito violenze, hanno affermato di non aver denunciato perché convinte di poter gestire la situazione da sole. Rivolgersi a istituzioni o servizi specializzati è il primo passo da fare non appena si subisce una qualsiasi forma di maltrattamento.
Se si è alla ricerca di una figura che possa tutelare la propria sicurezza, affidarsi a dei professionisti che operano in uno studio legale e soprattutto alla denuncia presso le autorità competenti, è un atto obbligatorio per difendersi anche da eventuali azioni future da parte degli aggressori.