Come migliorare un intestino irritabile?

Parlare di “intestino irritabile” sembra quasi voler alludere alla suscettibilità dell’intestino che… fa i capricci. In effetti, considerando il problema empiricamente, è proprio così. La cosiddetta SII (sindrome dell’intestino irritabile) include oscillazioni e alternanza di differenti condizioni, soprattutto diarrea e stitichezza. Chi ne soffre può stare bene per un periodo e lamentare fastidi sgradevoli per il periodo successivo. In caso di squilibri enterici, può essere utile affidarsi a Yovis OTC per contribuire all’equilibrio della flora microbica enterica e dunque al benessere dell’organismo nella sua interezza.

Perché non è sempre facile capire subito i problemi intestinali

Interpretare l’intestino non è sempre semplice. Infatti, i disturbi che riguardano il tratto enterico sono spesso differenti tra loro e le cause possono essere non immediatamente individuabili.

Il tratto del tubo digerente tra lo stomaco e l’orifizio anale è un lungo tubo che svolge il compito di assorbire i nutrienti ed eliminare le scorie. Ciò che ci interessa è conoscere la popolazione microbica che abita nell’intestino. Si tratta di un’affollata comunità composta da lieviti, batteri, virus e parassiti che danno vita, tutti insieme, al microbiota enterico. La sua salute è fondamentale per assimilare gli alimenti, difenderci da infezioni e malattie, farci stare in salute.

Il microbiota del tratto enterico ospita una flora che è differente in ogni persona, e identifica ciascuno di noi come un vero e proprio “marchio di fabbrica”, che si sviluppa dalla nascita in poi, fino ad assestarsi. Molto spesso, il tratto enterico o alvo è anche chiamato “secondo cervello”. Ciò perché il sistema gastrointestinale ospita numerosi neuroni che collaborano per dare luogo alle contrazioni peristaltiche intestinali.

Qualcosa di più sui disturbi cronici dell’alvo intestinale

I disturbi funzionali enterici non prevedono anomalie anatomiche o a livello di funzioni fisiologiche. Infatti, questi problemi sono piuttosto frequenti e possono comparire con alcuni sintomi del tratto intestinale superiore o inferiore. Tra questi disturbi rientra la SII, sindrome del colon irritabile, un problema comune a molte persone, caratterizzato da un’alterazione delle funzioni intestinali accompagnata da dolore, distensione dell’addome, gonfiore, flatulenza.

A proposito dell’irritabilità dell’alvo…

Poco fa si diceva che questo disturbo è frequente e interessa molte persone. Chi lamenta questi fastidi può attraversare periodi di grande difficoltà, poiché stipsi, diarrea, un’alternarsi di entrambe possono minare la propria serenità e rendere difficile svolgere tutte le proprie azioni quotidiane.

Si tratta di una condizione non molto facilmente “incasellabile”, poiché soggettiva, si manifesta in modi differenti e può essere scatenata o peggiorata da fattori ed elementi diversi. Per esempio, in alcune persone, depressione e stress possono determinare uno stimolo neuronale che intensifica i segnali di dolore. Aumenta la percezione dolorosa in seguito a un fattore scatenante anche minimo, e la persistenza della sensazione di dolore può perdurare anche dopo l’esaurirsi dello stimolo stesso. In caso di problemi depressivi e di ansia, può essere opportuno consultare uno psicologo.

Dismicrobismo enterico tra le cause della SII?

Assunte eventuali motivazioni psicologiche per le alterazioni enteriche, ciò che a noi interessa approfondire in questa sede è come la condizione dell’alvo irritabile possa essere determinata da un microbiota enterico alterato. Ciò accade quando la popolazione batterica benefica (quella che contribuisce al benessere intestinale e generale) è minore o sproporzionata rispetto ai potenziali patogeni. Si parla di dismicrobismo, disbiosi o disbacteriosi. In questo caso, tra le raccomandazioni di salute rientra l’assunzione di prodotti ricchi di fermenti lattici con effetto probiotico, diversi per ceppi, generi e specie, tanto quanto è varia e ricca la microflora di ciascuno di noi. In questo modo, vi saranno più alte probabilità che i fermenti vivi popolino la flora microbica depauperata, integrando i batteri che mancano e migliorando la barriera enterica.

Ecco alcuni aspetti da considerare in caso di SII da disbacteriosi enterica:

  • La sintomatologia è variabile, ma spesso include dolore all’addome, meteorismo, flatulenza e stipsi, diarrea o entrambe a fasi alterne.
  • In alcune persone, la causa scatenante può essere un pasto particolarmente abbondante.
  • In altre persone i sintomi potrebbero essere aggravati dal consumo di prodotti caseari, legumi (soprattutto fagioli), cibi irritanti come caffè, cioccolato, tè, dolcificanti, alcuni ortaggi (soprattutto le crucifere). Questi alimenti contengono zuccheri o carboidrati che l’intestino tenue fatica a tollerare. I carboidrati fermentano a livello enterico, provocando gas, possibili crampi e meteorismo.
  • Fattori psico-emotivi (come per esempio stress, depressione, ansia, paura), alimentazione disordinata potrebbero esacerbare il disturbo.
  • I sintomi includono dolore dell’addome attenuato dall’evacuazione (nel senso che dopo l’evacuazione potrebbe verificarsi un miglioramento dei sintomi), modificazione delle abitudini intestinali (ossia stitichezza o diarrea) o dell’aspetto e consistenza delle feci (molli o dure e “caprine”), distensione dell’addome, eventuale presenza di muco fecale e sensazione di evacuazione incompleta. Il dolore dell’addome potrebbe presentarsi con episodi di fastidio sordo continuato o fitte e crampi, spesso nell’area dell’addome inferiore, a destra o a sinistra.
  • In linea generale, la tipologia e la sede del dolore, gli elementi scatenanti e la ricorsività della motilità intestinale sono abbastanza regolari e costanti nel tempo. Tuttavia, i sintomi potrebbero acuirsi o attenuarsi a seconda dei periodi.