Andare a vivere da soli: cosa sapere e quanto costa

Il passo di andare a vivere da soli è uno step molto importante nella vita di un giovane.

Nonostante l’attuale crisi economica e l’assenza di lavoro, l’indipendenza resta un obiettivo che, una volta raggiunta l’età adulta, è fortemente sentita. Sentire il bisogno, quasi fisiologico, di trovare la propria dimensione personale, di mettere alla prova la propria maturità e capacità di autodeterminazione fa parte dell’essere umano.

Dopo questa premessa  vanno fatte alcune considerazioni per evitare gli errori. Tale disamina è di vitale importanza per modulare il percorso di vita che si dovrà affrontare, anche in relazione al proprio status precedente.

Un primo punto su cui riflettere riguarda, ad esempio, il fattore economico legato all’andare a vivere da soli. Per avere meglio l’idea di alcuni costi è possibile dare uno sguardo ai prezzi di prodotti e servizi di tutti i tipi su Quantomicosta, tenendo presente delle tante spese (piccole o grandi) che si andranno ad affrontare. Infine, come vedremo, non va dimenticato anche l’aspetto burocratico.

Lasciare casa e andare a vivere da soli è un passo molto importante

Il concetto stesso di lasciare l’abitazione dei propri genitori può essere inteso in maniera diversa, a seconda del singolo caso. Per esempio, vi è grande differenza tra un ventenne che decide di frequentare un’università all’estero (e può dunque contare sul supporto economico dei genitori) o un ultra trentenne con una  piccola somma di risparmi e un lavoro a tempo determinato.

A prescindere dalla propria condizione sociale, esistono alcune priorità di base con cui, chi decide di andare a vivere da solo deve per forza fare i conti. La prima considerazione è legata all’abitazione stessa.

La scelta non deve essere sottovalutata, visto che per ogni essere umano è importante riconoscere un luogo come la propria casa. Ovviamente, ciò dipende anche dalle disponibilità economiche.

Una persona che lascia la casa dei genitori, iniziando la nuova vita con una grande disponibilità economica e/o un lavoro solido, per esempio, può pensare a un mutuo con relativo acquisto dell’abitazione. In caso contrario, il caro e vecchio affitto è l’opzione a cui si deve per forza sottostare.

In questo secondo esempio, va calcolato quanto può pesare sul bilancio personale. Nella circostanza più pessimistica e in una situazione di città dove il tenore di vita è alto,  si può pensare alla condivisione dell’affitto con coinquilini. Una convivenza che non sempre può essere semplice se non si conosce bene l’altro soggetto.

L’affitto ha senza ombra di dubbio un peso specifico considerevole ma, riducendo la metratura e/o scegliendo una location più in periferia è possibile limare il costo.

Tutto a patto di essere in un centro di medio-piccole dimensioni: trovare un appartamento a Roma o Milano resta comunque difficile e soprattutto molto oneroso. In un contesto di budget limitato, va trovato il giusto bilanciamento tra i vari fattori di scelta.

Non solo affitto: una pioggia di costi

L’affitto è solo l’inizio: chi vive ancora con i genitori infatti, spesso non ha idea di tutta una serie di costi da affrontare.

Le utenze, per esempio, costituiscono una percentuale considerevole che erode ogni mese il vostro bilancio. Acqua, luce e gas, visti i recenti aumenti, sono un vero e proprio macigno sulle spalle di chi vive autonomamente.

Per chi acquista una casa, vi sono anche le spese legate all’arredamento. In questo contesto è possibile accontentarsi del minimo indispensabile oppure effettuare un restyling deciso dell’abitazione.

Altra opzione possibile è quella di dare priorità ai mobili più utili come il tavolo, le sedie, il letto e gli elettrodomestici più importanti, per poi continuare mano a mano che si accantona qualche soldo.

Dopo gli acquisti di base, si procede con quelli di routine giornalieri. In tal senso si va dal cibo fino alle eventuali riparazioni, il tutto per una pioggia di costi che sembra non finire mai.

Il trasloco

Lasciare la casa dei genitori può essere meno complicato rispetto a un classico trasloco. Questo perché è possibile comunque conservare, in maniera temporanea o definitiva, gran parte dei propri averi nella vecchia abitazione.

In ogni modo si ha comunque a che fare con scatoloni e con la gestione di svariati oggetti da ricollocare. Nei casi di traslochi più piccoli basta solo tempo, fatica e un po’ di pazienza, mentre per operazioni più grandi può essere necessario affidarsi a degli esperti del settore.

La burocrazia

Dulcis in fundo, non va dimenticata una costante legata al nostro paese, ovvero la burocrazia.

Il trasferimento infatti, comporta anche un passaggio che certifichi il cambiamento ufficiale di casa. In tal senso, il cambio di residenza è il passo definitivo verso l’indipendenza.

Risulta dunque necessario rivolgersi al Municipio in cui si intende stabilire la nuova residenza e compilare i vari moduli richiesti. . Per fortuna, recentemente è possibile evitare code e attese varie effettuando queste pratiche anche attraverso canali digitali.

Conclusioni

Lasciare il nido e andare a vivere da soli è il sogno di molti più o meno giovani. Al di là dei legami affettivi, il peso dei costi però è un problema da affrontare con molta oculatezza. Chi non ha un lavoro stabile e ben remunerato infatti, può andare incontro a un vero e proprio salto nel buio.

Al di là dei luoghi comuni, stando a queste ricerche sui giovani italiani, questo passo è posticipato rispetto a tanti altri paesi. Questo perché è molto difficile trovare un bilanciamento economico. Condividendo l’abitazione con un coinquilino e una location più in periferia però, è possibile contenere i costi.

Abbinando tutto ciò a una certa attenzione per bollette e spese varie, è possibile comunque guardare alla propria indipendenza con un pizzico di positività in più.