Frattura al femore: quando può diventare mortale

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Non c è dubbio che una delle cose più frequenti e più spiacevoli che capitano, specialmente alle persone anziane, è la frattura al femore. Questo tipo di incidente è in continuo aumento in tantissime nazioni e i fattori possono essere diversi.

Uno di questi può essere il fatto che la popolazione ha una media età sempre più alta e questo è un fattore rilevante, se consideriamo che questa frattura colpisce come dicevamo prima gli anziani. Infatti questi ultimi sono più soggetti a cadute e soprattutto all’osteoporosi, che è una patologia sistemica, caratterizzata da una ridotta massa ossea, che pone il soggetto più vulnerabile alle fratture.

Come curare la frattura del femore

Un medico specializzato, prima di intervenire in qualunque modo, dovrà stilare una diagnosi attraverso un esame radiografico, e valutare alcuni parametri del paziente in questione e in particolare l’età e il tipo di frattura.

In genere si interviene chirurgicamente in quanto non farlo potrebbe provocare gravi disagi al paziente  in tempi brevi,sia di tipo localizzato,come per esempio la necrosi della testa del femore, e sia generali provocati dal lungo periodo di immobilità e che nella maggior parte dei cosi saranno collegati a infezioni di vario tipo.

Nel caso in cui la frattura del femore è scomposta e il paziente è anziano verrà applicata una protesi articolare totale: invece se la persona è giovane e la frattura è laterale si sceglierà a un intervento chirurgico che si chiama osteosintesi.

Questa procedura è mirata e consiste nell’unire i frammenti delle ossa, attraverso degli strumenti di metallo quali i chiodi e le placche. Ma ora andiamo a vedere insieme quali complicazioni possono sorgere e portare alla morte del paziente.

In quali casi si può morire con la frattura del femore

Secondo alcuni studi e analisi condotte negli ultimi anni sembra che una percentuale discretamente  alta sia di uomini che donne, rischiano gravi complicazioni specialmente nei primi mesi dopo l’intervento per la frattura del femore, e a volte purtroppo anche la morte.

Questo dato potrebbe essere anomalo se si considera che l’evoluzione della chirurgia, delle anestesie e del livello di assistenza al paziente hanno avuto una grande accelerazione in questo periodo storico.  I morti però sono aumentati e di conseguenza si sono accentuati gli studi per comprendere e analizzare le cause, ma con risultati al momento contraddittori.

Una delle cause più comuni di morte è provocata dall’osteomielite , che avviene quando la frattura del femore è esposta e quando i tessuti sono lesionati dai tronconi del’osso.  A volte si verificano delle emorragie interne gravi in conseguenza di lesioni ai vasi sanguigni e alle capsule articolari oppure uno shock neurogeno causato dal troppo dolore.

Un’altra complicazione che può verificarsi, anche se con meno frequenza, è l’embolia, causata dal fatto che i midolli ossei si bloccano negli alveoli polmonari attraverso la rottura di un vaso sanguigno.  Infine abbiamo la sindrome compartimentale, per colpa della quale la muscolatura viene interessata da una tumefazione che, se non viene trattata adeguatamente, può portare alla necrosi dell’osso.